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Dalla Russia al Venezuela: il nuovo corso della politica estera italiana

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Il governo Berlusconi continua a tessere la sua trama di buoni rapporti internazionali, accumulando business redditizi e stringendo convenienti amicizie con molte potenze emergenti, tanto regionali che mondiali.

Queste azioni, che, tuttavia, richiederebbero maggiore coerenza e coordinazione, tanto da essere inserite in un piano strategico più strutturato e valido sul lungo periodo, stanno lentamente ridisegnando il ruolo dell’Italia sullo scacchiere geopolitico planetario, facendo spazientire Washington.
Dopo le intese e gli accordi nel settore energetico con Russia, Libia e Algeria, l’apertura del dialogo con l’Iran (in un momento storico in cui gli altri partner europei reclamavano sanzioni esemplari, come risposta alle repressioni di piazza dopo i presunti brogli elettorali di Ahmadinejad), e le intese con la Cina per il miglioramento dei rapporti commerciali e dei reciproci investimenti, adesso si manifesta pure la volontà di non politicizzare lo scontro con le autorità venezuelane, le quali proseguono sulla strada delle nazionalizzazioni che stanno danneggiando i nostri connazionali lì operanti.

Il governo però ha smorzato i toni ribadendo che la situazione resta monitorata e sotto controllo. Gli italiani espropriati saranno indennizzati e, pertanto, non vi è nessuna necessità di far precipitare i rapporti diplomatici col Venezuela. Benissimo e ben detto! Tanto più che il sottosegretario agli esteri Enzo Scotti, rispondendo ad una interrogazione (da quel che dice l’articolo che riporto sotto, addirittura imbeccato dalla stessa ambasciata italiana a Caracas), presentata dal deputato del Pdl Zacchera, circa la tutela da prestare ai cittadini italiani sottoposti a tali provvedimenti e al possibile intervento degli organismi internazionali nella “crisi venezuelana”, si è spinto in una serie di valutazioni politiche molte oneste e oggettive. Quest’ultimo ha affermato che non vi è ‘crisi del regime di Chavez’ e le varie consultazioni elettorali hanno dimostrato che il popolo venezuelano condivide i principi del bolivarismo perorarti da Chavez. Inoltre: “l’ambasciata d’Italia, riguardo all’evoluzione del quadro politico interno venezuelano, riferisce che nell’ultimo periodo le condizioni generali della popolazione e soprattutto delle fasce meno abbienti sembrano migliorate grazie alle politiche sociali approntate dal presidente Chavez: la povertà relativa e quella estrema sono percentualmente diminuite secondo gli indici del programma di sviluppo delle Nazioni Unite, i tassi di alfabetismo sono aumentati, sono oramai funzionanti le strutture sanitarie di base nei ‘barrios’, i cui abitanti sono stati fino ad ora privi di qualsiasi assistenza medica”. E sulle nazionalizzazioni nel settore petrolifero viene anche ribadito che “Si tratta di decisioni prese con atti legislativi, e quindi sovrani, l’azione del governo si concentra sugli aspetti relativi alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei titolari delle imprese coinvolte. La nostra ambasciata a Caracas si è fatta prontamente parte attiva e diligente con il ministero degli esteri venezuelano, con il gruppo di amicizia parlamentare italo-venezuelano, con il ministero dell’Energia e con alcune personalità chaviste vicine alla comunità italiana per manifestare la viva aspettativa che siano corrisposti equi e tempestivi indennizzi. È stato inoltre promosso un incontro con gli imprenditori italiani e italo-venezuelani della compagnia petrolifera statale (Pdvsa) per valutare la portata del provvedimento delle nazionalizzazioni. In tale occasione la nostra ambasciata ha informato sull’intenzione di continuare a mantenere i più stretti contatti con il ministero dell’Energia e petrolio, con la Pdvsa ed il ministero degli Esteri per agevolare il rispetto degli interessi delle imprese nella prossima fase di determinazione degli indennizzi. I presenti hanno tenuto a esprimere il loro apprezzamento per l’azione e la disponibilità dell’ambasciata a Caracas e del consolato a Maracaibo”. La posizione italiana è chiara, col Venezuela occorre dialogare in quanto paese democratico che si muove in un contesto di leggi certe e non arbitrarie.

* ripensaremarx

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Piero Armenti
www.notiziedacaracas.it
Il governo Berlusconi…il più chavista di sempre…

Paradossi latinoamericani, al Pd di D’Alema il compito di rappresentare l’anti- chavismo di sinistra (stile El Pais), al governo Berlusconi difendere la rivoluzione, senza dire una parola sulle preoccupazioni riguardo alla deriva autoritaria
In realtà a Berlusconi interessano solamente gli affari (è pragmatico come con la Libia), e l’ambasciata ha questo unico compito: portare a casa più commesse ferroviarie possibili (il Venezuela è il primo paese per giro d’affari in questo settore).

Non sarà facile per Maccotta fare bene come l’ex-ambasciatore Carante, che vantava una relazione personale con Chávez, ma ci sta provando. Dopo un primo momento di disamore reciproco, il nostro ambasciatore si sta riscoprendo più realista del re. Forse esagerando per acquisire meriti. Leggete qui di seguito cosa dice Scotti (su chiaro suggerimento dell’Ambasciata). E ditemi se non merita una statua da parte dei blog rivoluzionari!

“Il governo italiano è pienamente consapevole di quanto sta accadendo in Venezuela visto che la nostra ambasciata a Caracas segue e monitora la situazione creatasi con la decisione di Chávez di procedere alla nazionalizzazione di alcune imprese, tra cui molte di proprietà di italo-venezuelani e presta, come ovvio, particolare attenzione alla sicurezza dei nostri connazionali”.

È stata una risposta rassicurante quella che il sottosegretario agli esteri Enzo Scotti ha fornito all’interrogazione presentata da Marco Zacchera del maggio scorso. Il deputato del Pdl, in quella occasione, chiedeva tra l’altro “se siano state date istruzioni al nostro ambasciatore a Caracas al fine di tutelare l’integrità personale e dei beni dei cittadini italiani” e “se siano state prese posizioni, e in questo caso quali siano state e a che risultati abbiano portato, a livello internazionale sia in campo europeo che dell’Onu poiché si ritiene che la crisi venezuelana abbia ormai assunto caratteristiche di estrema gravità e che impongono interventi determinati e senza indugio a tutela della democrazia”.

Nella sua risposta, Scotti ha precisato in primo luogo che “il quadro politico interno del Venezuela appare fortemente polarizzato attorno alla figura di Chávez e molte delle misure recentemente adottate o in via di approvazione segnano una radicalizzazione e un’accelerazione nell’introduzione dei principi del socialismo bolivariano.
Non sembra esserci ‘crisi del regime di Chavez’ considerato che il presidente ha vinto, lo scorso 15 febbraio, il referendum di emendamento costituzionale che gli dà la possibilità di presentarsi indefinitamente alle elezioni, con il 54,63 per cento dei voti favorevoli contro il 45,46 per cento dei contrari.
Analogamente – ha ricordato – il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv) e gli altri partiti minori filogovernativi hanno ottenuto alle elezioni amministrative regionali del novembre 2008 il 55 per cento dei voti contro il 45 per cento ai partiti di opposizione, vincendo nell’80 per cento circa delle circoscrizioni. In nessuno di questi due processi elettorali sono state denunciate frodi o irregolarità di altro tipo.

Lo stesso presidente Chávez continua a godere nei sondaggi, non di parte, del 60 per cento circa dei consensi alla sua persona”.

Detto questo, il sottosegretario ha aggiunto che “l’ambasciata d’Italia, riguardo all’evoluzione del quadro politico interno venezuelano, riferisce che nell’ultimo periodo le condizioni generali della popolazione e soprattutto delle fasce meno abbienti sembrano migliorate grazie alle politiche sociali approntate dal presidente Chavez: la povertà relativa e quella estrema sono percentualmente diminuite secondo gli indici del programma di sviluppo delle Nazioni Unite, i tassi di alfabetismo sono aumentati, sono oramai funzionanti le strutture sanitarie di base nei ‘barrios’, i cui abitanti sono stati fino ad ora privi di qualsiasi assistenza medica”.
Quanto alle recenti nazionalizzazioni dei servizi nel settore petrolifero, “poiché si tratta di decisioni prese con atti legislativi, e quindi sovrani, l’azione del governo si concentra sugli aspetti relativi alla tutela dei diritti e degli interessi legittimi dei titolari delle imprese coinvolte.
La nostra ambasciata a Caracas – ha informato Scotti – si è fatta prontamente parte attiva e diligente con il ministero degli esteri venezuelano, con il gruppo di amicizia parlamentare italo-venezuelano, con il ministero dell’Energia e con alcune personalità chaviste vicine alla comunità italiana per manifestare la viva aspettativa che siano corrisposti equi e tempestivi indennizzi.

È stato inoltre promosso un incontro con gli imprenditori italiani e italo-venezuelani della compagnia petrolifera statale (Pdvsa) per valutare la portata del provvedimento delle nazionalizzazioni. In tale occasione la nostra ambasciata ha informato sull’intenzione di continuare a mantenere i più stretti contatti con il ministero dell’Energia e petrolio, con la Pdvsa ed il ministero degli Esteri per agevolare il rispetto degli interessi delle imprese nella prossima fase di determinazione degli indennizzi.
I presenti hanno tenuto a esprimere il loro apprezzamento per l’azione e la disponibilità dell’ambasciata a Caracas e del consolato a Maracaibo”.

Il sottosegretario ha quindi “ampiamente garantito” a Zacchera che “la situazione continuerà ad essere seguita e monitorata e che a essa, come a tutte le altre criticità del nostro rapporto con il Venezuela, verrà riservato un posto di assoluto rilievo nell’agenda di tutti i colloqui bilaterali che si terranno a livello governativo.

La linea discreta ma insistente seguita finora sembra essere stata apprezzata dalle autorità locali poiché non tesa a politicizzare l’accaduto e neppure a dargli una connotazione anti-italiana di cui le nazionalizzazioni sono del tutto prive, essendo provvedimenti erga omnes”. “La tutela dei nostri connazionali all’estero – ha quindi sottolineato il sottosegretario – costituisce da sempre una delle priorità dell’azione dei nostri ambasciatori.

A essa dedica costante attenzione il nostro ambasciatore a Caracas, ovviamente nel rispetto della legge locale e della sovranità nazionale, soprattutto in un paese, come il Venezuela, in cui molti cittadini italiani godono della doppia nazionalità. Sotto il profilo dell’integrità personale va ricordato che in Venezuela è presente un esperto anti-sequestro che presta assistenza ai familiari delle vittime coinvolte in questo odioso fenomeno. Inoltre nello scorso marzo si è tenuto a Caracas un corso di formazione a favore di 85 funzionari delle polizie venezuelane della durata di due settimane, il secondo dopo quello organizzato in Italia nell’ottobre 2007.

I cinque ispettori venuti appositamente dall’Italia si sono altresì incontrati con la collettività, sia nella capitale che a Maracaibo, per offrire suggerimenti e consigli sul piano della prevenzione. Anche in questo caso – ha aggiunto – si tratta di iniziative che solo il nostro governo ha finora assunto, nonostante vi siano altri paesi dell’Unione europea, in particolare Spagna e Portogallo, che presentano comunità analoghe e talora più ampie di concittadini residenti in Venezuela che si confrontano con le stesse problematiche”.

“La nostra ambasciata – ha evidenziato il sottosegretario – si è adoperata altresì, con un lavoro discreto ma costante, affinché alcuni connazionali proprietari terrieri, le cui terre nello Yaracuy erano state invase illegalmente, venissero risarciti lo scorso anno.
Altri casi ancora aperti sono seguiti con la stessa attenzione sensibilizzando le autorità locali circa l’auspicio di una soluzione che assicuri il rispetto degli interessi legittimi dei nostri connazionali”.
Quanto, infine, al quadro internazionale, Scotti ha confermato che “il gruppo di lavoro per l’America Latina in ambito europeo (Colat) si è riunito il 2 giugno scorso per valutare un rapporto sulla situazione in Venezuela. Nel rapporto i capi missione sottolineano l’importanza di mantenere aperti tutti i canali di dialogo per tutelare gli interessi dei cittadini europei ed evitare contrapposizioni che potrebbero finire per rivelarsi controproducenti e poco efficaci.
A questa linea, sostanzialmente condivisa in ambito Colat, si è finora del resto attenuto il governo italiano, con un’azione la cui validità sembra confermata dai risultati sin qui ottenuti sia sul piano della tutela fisica della comunità, che su quello della salvaguardia dei consistenti interessi delle nostre imprese”.

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